giovedì 15 gennaio 2015

15/01/2015 - San Bonito


Oggi si festeggia il Santo Patrono di Bonito, San Bonito.
Se non fosse per gli uffici chiusi non se ne accorgerebbe nessuno.


mercoledì 9 luglio 2014

L' eridità dei Cassitto

Articolo di Franca Molinaro sul quotidiano Ottopagine di domenica 6 luglio 2014


martedì 8 luglio 2014

Unita di misura "La Canna"

A Bonito, incisa sulle pietre dell'antica facciata del campanile, si può vedere la vecchia misura alla canna usata dai mercanti di stoffe che sostavano li davanti nei giorni di mercato negli anni passati.


Di seguito le tabelle per decifrare la misura.



Fonte delle tabelle
Wikipedia

"La Saettera" Feritoia per la difesa del palazzo.



A Bonito si possono ancora ammirare negli archi d'ingresso degli antichi portoni le feritoie usate dai proprietari per sparare, a scopo di difesa, ad eventuali malintenzionati.
La feritoia dialetticamente chiamata (saettera) era comunicante con la stanza soprastante dove veniva inserita la canna del fucile e si sparava a chi sostava davanti al portone malintenzionatamente.

venerdì 11 aprile 2014

Barriere Architettoniche

Il Municipio del nostro paese pur essendo stato sottoposto negli anni  a restauri e manutenzioni varie, a mio modesto parere peggiorandolo, ad oggi non e provvisto di nessuna struttura interna per portatori di handicap.



All'esterno possiamo trovare una piccola rampa per accedere all'ingresso principale ma già immediatamente si propongono i primi problemi al portatore di handicap visto che l'ingresso è corredato da uno scalino se pur basso e da una porta d'entrata non scorrevole ed abbastanza pesante da aprire.

Al piano terra vi sono situati l'anagrafe, l'ufficio relazioni con il pubblico e lo sportello infogiovani, questi sono gli unici uffici accessibili con una carrozzella, per il resto bisogna affidarsi alla speranza.

Gli altri piani sono inaccessibili in autonomia e questo è vergognoso nel 2014.

Non è possibile che negli anni che sono passati e con tanti soldi spesi per restaurare la casa comunale non si sia pensato di adeguarla all'uso di tutti.

Figuriamoci se a qualche portatore di handicap gli venisse in mente di candidarsi alle prossime elezioni amministrative come sarebbe la sua vita politica  se in 5 anni tutte le volte che deve accedere ai vari uffici ed alla sala consiliare deve chiedere aiuto e farsi portare in braccio ai piani alti?????

Non ci siamo proprio

Per non parlare di tutte le altre barriere architettoniche di Bonito.

L'ufficio postale è completamente inaccessibile alla suddetta categoria.

Il corso principale con i sui marciapiedi strani e trascurati.

Il centro sociale di Largo Giovanni Antonio Cassitto situato in una piazza che sembra borbandata da aerei nemici.

Via Roma con le sue bellissime pietre laviche è praticamente impraticabile con passeggini e carrozzine, piena di tombini spaccati e massi della pavimentazione rialzati o movibili.

Si potrebbe continuare ma credo che i cittadini abbiano ben presente la situazione.

Noi dobbiamo svegliarci e chiedere un paese più civile ed a misura di tutti.

Noi dobbiamo mandare a casa i responsabili dell'abbandono del nostro amato paesello.



mercoledì 12 marzo 2014

La Scalinata Medioevale Asfaltata

 A Bonito tantissimi anni fà esisteva Via Belvedere.

Oggi di belvedere non ci è rimasto praticamente niente.

Ormai la zona Belvedere e un accumulo di scempi già dimostrati tantissime volte su questo blog, si parte dalle buche stradali passando per lo scempio dei pini, il disastro di Largo Giovannantonio Cassitto, le scale che portano a Via Delle Vittorie sono praticamente uno schifo assoluto, i bagni pubblici mai aperti e completamente all'abbandono,la recinzione di lamiere zincate che circondano un'abitazione abbattuta durante il terremoto dell'ottanta che invade quasi tutta la carreggiata, ma si potrebbe continuare.

Oggi invece vorrei mostrare lo scempio che reputo uno dei più gravi.

La ricopertura totale delle scale medioevali che portano da via Belvedere fino a largo Cassitto.

Come si è potuto dare i permessi per questo scempio????????
Perche noi cittadini lo abbiamo permesso???????
Questa asfaltatura delle scale a cosa serve???????
A chi serve?????

Non mi sembra che si possa proseguire oltre l'asfalto con mezzi a locomozione, finito l'asfalto di circa 15 m ci si ritrova davanti ad altre scale.




Non mi sembra che in quella zona asfaltata delle scale ci siano persone portatrici di Handicap alla quale potrebbe servire la rampa asfaltata.
Allora?
Quindi?

Non dobbiamo più permettere che ciò avvenga in futuro e sopratutto dobbiamo rimediare dove possibile.

mercoledì 5 dicembre 2012

Struffoli (Le Strufole)






RICETTA DEGLI STRUFFOLI
difficoltà: media
Tempo di preparazione: 20 min. + tempo frittura
porzione: per 10 persone
ingredienti:
- Farina 600 gr ,
- Uova 4 + 1 tuorlo,
- zucchero 2 cucchiai ,
- burro 80 gr (una volta si usava lo strutto: 25 gr.)
- 1 bicchierino di limoncello o rum,
- Scorza di mezzo limone grattuggiata
- Sale un pizzico
- olio (o strutto) per friggere
Per condire e decorare:
-Miele 400 gr ,
-confettini colorati (a Napoli si chiamano "diavulilli")
-confettini cannellini (confettini che all'interno contengono aromi alla   cannella)
-100 gr di arancia candita, 100 gr di cedro candito, 50 gr di zucca candita (si trova solo a Napoli: si chiama"cucuzzata")

Questa è la ricetta tradizionale caratterizzata dall'assenza di lievito e struffoli particolarmente croccanti. Nel caso si preferiscono più gonfi, si può aggiungere all'impasto un pizzico di bicarbonato o di ammoniaca per dolci. In questo caso, la pasta deve riposare alcune ore.
Procedimento:
Disponete la farina a fontana sul piano di lavoro, impastatela con uova, burro, zucchero, la scorza grattugiata di mezzo limone,un bicchierino di rum e un pò di sale. Ottenuto un amalgama omogeneo e sostenuto, dategli la forma di una palla e fatelo riposare mezz'ora. Poi lavoratela ancora brevemente e dividetela in pallottole grandi come arance, da cui ricavare, rullandoli sul piano infarinato, tanti bastoncelli spessi un dito; tagliateli a tocchettini che disporrete senza sovrapporli su un telo infarinato.
Al momento di friggerli, porli in un setaccio e scuoterli in modo da eliminare la farina in eccesso.
Friggeteli pochi alla volta in abbondante olio bollente: prelevateli gonfi e dorati, non particolarmente coloriti.   Sgocciolateli e depositateli ad asciugare su carta assorbente da cucina.
Fate liquefare il miele a bagnomaria in una pentola abbastanza capiente, toglitela dal fuoco e unite gli struffoli fritti, rimescolando delicatamente fino a quando non si siano bene impregnati di miele. Versare quindi la metà circa dei confettini e della frutta candita tagliata a pezzettini e rimescolare di nuovo.
Prendete quindi il piatto di portata, mettetevi al centro un barattolo di vetro vuoto (serve per facilitare la formazione del buco centrale) e disponete gli struffoli tutt'intorno a questo in modo da formare una ciambella. Poi, a miele ancora caldo, prendete i confettini e la frutta candita restanti e spargetela sugli struffoli in modo da cercare di ottenere un effetto esteticamente gradevole.
Quando il miele si sarà solidificato, togliete delicatamente il barattolo dal centro del piatto e servite gli struffoli.




Fonte

www.struffoli.it

venerdì 25 maggio 2012

Cazzi Malati


"Cazzi Malati"

A sentire il nome .... Ma non preoccupatevi ! 
Sono solo dei deliziosi dolcetti a base di farina e mosto  cotto,  a cui  qualche fantasiosa donna ha dato questo stravagante nome. 
Ma non lasciatevi impressionare: Se fatti bene, sono davvero squisiti! Occorre impastare farina e mosto ( vinocotto), quindi tirare la pasta e dargli la forma di piccole ciambelline. 
Cuocerli in un casseruola do ve sta bollendo altro vinocotto. 
Si possono mangiare subito o conservare in barattoli di vetro (nel loro succo di cottura).

Pane Scaunisco


Pane Scaunisco

Si fa bollire il mosto fino a quando nn si riduce a circa la metà del contenuto iniziale.
A questo punto si versa a pioggia la farina di mais nella pentola del mosto e si mescola vigorosamente per evitare la formazione di grumi fino a quando nn si stacca dalle pareti della pentola.
Negli ultimi istanti di cottura aggiungeregherigli di noce e nocciole tostate. 
Versare l'impasto sulla spianatoia e stenderlo con il matterello dello spessore di 1 cm. 
Una volta raffreddata, tagliare a losanghe.


Una curiosità: questa ricetta è diffusa in pochi paesi  dell'Irpinia e del Sannio col nome di Pane Scaunisco, ma solo a Torre le Nocelle e a Montemiletto  anche col nome di Pane Panisco.

giovedì 10 maggio 2012

Bonito - Intervista a Gaetano di Vito



La "Mostra permanente della civiltà contadina"  - Intervista a cura di Antonia Belmonte
A Bonito, in un vicoletto che si affaccia sul corso principale del paese, si trova la "Mostra permanente della civiltà contadina". Il proprietario, Gaetano De Vito, negli anni ha raccolto una infinità di oggetti che oggi si possono considerare un vero e proprio Tesoro della Memoria, fa da Cicerone e risponde con piacere alle domande, alle curiosità che gli vengono poste.
Quando e come è nata la sua passione?
La mia passione è nata all'età di dieci anni, raccogliendo una vecchia falce gettata da un contadino nel terreno retrostante la mia abitazione.
Cosa pensava di te la gente da cui ti recavi per chiedere se avessero oggetti antichi di cui disfarsi?
La gente era meravigliata, stupita, diffidente. Si chiedeva perché raccoglievo oggetti da buttare. Questo fino a quando non ho allestito la mia prima mostra, in occasione di una manifestazione estiva. Infatti, da quel momento in poi, sono cominciate anche donazioni spontanee, in quanto la gente cominciava a considerarmi "buon custode della memoria".
Che rapporto ha con i suoi oggetti?
Ogni oggetto è molto importante per me. Ne ricordo la storia, la fattura, i segni particolari e le peripezie per recuperarlo. Inoltre mi ritengo una sorta di "sensitivo"; spesso infatti sogno posti dove trovare determinare oggetti. Mi ci reco e come per magia me li ritrovo davanti agli occhi. Credo di possedere una "Calamita dei desideri", infatti, quando desidero un oggetto, in breve tempo diventa mio.
Quali sono gli oggetti a te più cari?
Un piatto di ceramica arianese risalente al 1700 ed una statuetta di Santa Filomena in cera con vestito di stoffa ricamato a fili d'oro risalente al 1800.
Quando e com'è nata l'idea del museo?
In principio conservavo i miei oggetti in un sottoscala. Dopo la prima mostra, tenutasi a Bonito nell'ambito di una manifestazione estiva, gli inviti ad esporre i miei oggetti nei paesi vicini,il proprietario della Vecchia Torre di San Giorgio del Sannio, mi propose di allestire nel suo ristorante una sorta di museo. Rifiutai perché gli oggetti di Bonito sarebbero stati costretti a traslocare altrove, in un territorio che nn li apparteneva. Ogni oggetto deve restare lì dove è stato trovato per non perdere la propria identità, la propria "personalità". E da qui la convinzione di conservare gli oggetti a Bonito.
Hai legami con persone di altri paesi con passioni simili alla tua?
Si. Col museo di San Potito, Gesualdo, Villanova. Presto anche i miei oggetti per mostre di settore e talvolta ce li scambiamo anche.
Il suo museo, dallo scorso anno, si è spostato in Vico Masaniello. Come mai l'idea di traslocare da quel corridoio che aveva in fitto sul corso principale del paese?
Le sorelle Pagella, la professoressa Ermelinda e la defunta Rosaria, vere amanti della storia e delle attività del nostro paese, hanno deciso di donarmi l'immobile in Vico Masaniello, per regalare adeguata e definitiva sistemazione ai miei oggetti.
Quanto ha influito il conoscere le sorelle Pagelle sulla sua passione?
Tantissimo. Sin da piccolo, infatti, mi hanno trasmesso l'amore per la conoscenza e le nuove scoperte, portandomi con loro a visitare luoghi di interesse storico, raccontandomi aneddoti e facendomi comprendere, quindi, la reale importanza di luoghi ed oggetti.
Tanta gente passa per il suo museo. Ha ospitato anche personaggi famosi?
Si, dal regista Pino Tordiglione allo stilista Leonardo Ferragamo, dal Professore Spagnuolo al paesologo Franco Arminio, da autorità americane a esponenti politici locali, senza dimenticare i numerosi archeologi di fama nazionale a cui talvolta faccio anche da Cicerone.
Come fa fronte alle spese del museo?
Con i contributi liberi dei visitatori e personalmente. Talvolta l'Amministrazione comunale ha contribuito a sovvenzionare la pubblicità di eventi da me organizzati.
Cosa chiederebbe all'attuale amministrazione locale?
Un contributo/sostentamento, in quanto il mio museo rappresenta un orgoglio per il paese ed un maggiore interesse alla promozione dello stesso, in quanto potrebbe rappresentare fonte di crescita e sviluppo per il nostro territorio.
Quali sono i suoi progetti per il futuro?
Fare del giardino del museo una cornice per eventi culturali ed enogastronomici, metterlo a disposizione di turisti e di chiunque volesse passare qualche ora piacevole in un' oasi verde. Una sorta di parco comunale, quindi. Mi piacerebbe ripristinare il selciato, di proprietà comunale, che porta a "Fontananova", antico lavatoio del paese, restaurare la fontana e riportarla all'antico splendore, costruire delle panchine e creare così un percorso naturalistico. Ovviamente con l'aiuto del Comune e delle altre associazioni presenti sul territorio. Ma tra i miei progetti, vi è senz' altro quello di inventariare e catalogare per "futura memoria" ogni singolo oggetto. Scriverne la storia e raccontare la sua identità cosicché la traccia del suo passaggio rimanga nel tempo. 

ANTONIA BELMONTE

domenica 25 marzo 2012

Lo Casatiello



Il casatiello  è una focaccia dolce se farcita con riso e rustica se farcita con riso, grano, formaggio, pepe e sale.
È tipica del periodo pasqua.


CASATIELLO SALATO

 
Ingredienti per la pasta
400 g di farina “00″ bianchissima 150 g di strutto o burro
3 uova, sale,pepe
... Per il ripieno 
2 uova,300 g di ricotta,150 g di grano ,sale,pepe,olio extra vergine
Procedimento:
Forma, su di un piano da lavoro in legno, una fontana con la farina ed all’interno aggiungi le uova, lo strutto, il sale e il pepe. Lavora l’impasto fino ad ottenere una sfera omogenea. Con il mattarello stendi l’impasto e cospargilo di strutto, poi attorciglialo su se stesso e forma una spirale. Ancora una volta stendi la spirale con il mattarello e ripeti l’operazione con lo strutto, avvolgilo e ristendilo. Stiamo in effetti preparando la pasta sfoglia, anche se molti preferiscono l’impasto semplice. Puoi scegliere tu….. Prepara la farcitura semplicemente lavorando in un recipiente la ricotta, le uova, il sale, il pepe ed il grano fatto bollire nel latte e infine l’olio. Stendi l’ impasto con il mattarello sul piano ben infarinato. Forma un cerchio di pasta alta più o meno 3 mm. e farcisci una metà ricoprendola con l’altra. Forma così una mezza luna, accertati che i bordi siano ben chiusi e spennella la superficie della mezza luna con un rosso di uovo. Esegui due tagli sulla gobba. Inforna a 180° per 30 mm. Il casatiello salato è fatto. Ora se vuoi preparare quello dolce basta sostituire il grano con il riso, sempre cotto nel latte, e naturalmente il sale con lo zucchero.







BUON APPETITO!!!

Cipolle sotto la cenere

Il camino è lo strumento di cucina più antico e presente nelle cucine tradizionali. In Irpinia di più perchè gli inverni sono rigidi e lunghi. Così il camino nutre ricordi, menti, sogni e pance. Prendere delle cipolle e senza sbucciarle metterle vicino al fuoco ma sulla cenere. Coprirle, di cenere, ancora ed aspettare. Aspettare chiacchierando, pensando, progettando, sognando. Quando l'odore vi avvertirà la cena sarà pronta. Togliete le foglie esterne, mettete un filo d'olio e del sale un pò grosso. Sapori antichi che volorizzano il gusto vero dei frutti della terra. 









BUON APPETITO!!!

lunedì 19 marzo 2012

Chiesa dell'Oratorio

Dipinto della vecchia chiesa dell'oratorio di Bonito disastrata e poi abbattuta a causa del terremoto del 1962.


venerdì 16 marzo 2012

La storia Ritrovata


Qui di seguito il filmato integrale girato a BONITO qualche giorno fa dalla TV locale TD'I (ch 97 del Digitale terrestre), presso la mostra permanente (ALLA RICERCA DELLE COSE PERDUTE) del signor Gaetano Di Vito.

Il filmato, della durata di circa 20 minuti, mette a conoscenza il pubblico dell'enorme tesoro che il signor Gaetano Di Vito è riuscito a raccogliere,con enorme passione ed impegno, da quando era bambino fino ad oggi.

Il filmato rende bene l'idea su ciò che è stato il nostro passato, ci istruisce su ciò che erano gli usi ed i costumi dei nostri avi.



"LA STORIA RITROVATA"



mercoledì 7 marzo 2012

Pastiera Napoletana: Ricetta Tradizionale



La pastiera, antichissimo dolce pasquale partenopeo, emblema della cucina napoletana, è una torta ricoperta di pasta frolla e farcita con un impasto a base di ricotta, frutta candita, zucchero, uova e grano saraceno cotto nel latte.


La pasta è friabile, mentre il ripieno è morbido e di colore giallo crema. Il profumo e il sapore possono essere diversi, a seconda delle spezie e degli aromi utilizzati durante la preparazione.


La leggenda narra che la sirena Partenope fu la creatrice di questa delizia, probabilmente legata al culto di Cerere, le cui sacerdotesse portavano in processione l’uovo, divenuto simbolo di rinascita nella tradizione cristiana.


Nella ricetta classica gli aromi utilizzati sono cannella, canditi, scorze di limone, vaniglia e acqua di fiori d’arancio, ma esistono varianti moderne che prevedono l’inserimento di altri ingredienti come la crema pasticcera o le gocce di cioccolato.



INGREDIENTI

(Per 8 persone)



Per la frolla
- 250 gr. Farina
- 125 gr. Zucchero a Velo
- 125 gr. Burro
- 2 Uova
- 2 cucchiai di Latte
- 1 bustina di Vanillina
- un pizzico di sale

Per il ripieno

- 250 gr. Grano Saraceno Precotto
- 250 gr. Ricotta di Pecora
- 200 gr. Zucchero
- 4 Uova (2 intere + 2 tuorli)
- 50 gr. Cedro Candito
- 50 gr. Gocce di Cioccolato Fondente
- 20 gr. Burro
- 1 bustina di Vanillina
- 1 Limone non trattato (scorza)
- ½ bottiglietta Acqua di Fiori d’Arancio

COME PREPARARE LA PASTIERA



  1. Prepara la pasta frolla versando la farina precedentemente setacciata nel mixer, aggiungi il burro e un pizzico di sale e aziona il mixer finchè il composto non avrà assunto una consistenza sabbiosa.
  2. Versa il composto su un piano di lavoro, aggiungi lo zucchero a velo, le uova e impasta fino ad ottenere un composto liscio ed omogeneo.
  3. Avvolgi il composto nella pellicola e mettilo in frigorifero.
  4. Fai scaldare in una pentola il grano, il latte, il burro e la scorza grattugiata del limone per 10 minuti a fuoco lento, fino a quando gli ingredienti non si saranno amalgamati.
  5. Versa la ricotta, lo zucchero, le uova, la vanillina e l’aroma di fiori d’arancio nel mixer e frulla il tutto fino a quando gli ingredienti non saranno ben amalgamati.
  6. Mescola i due composti ed aggiungi il cedro candito e le gocce di cioccolato.
  7. Stendi la pasta frolla in una tortiera imburrata e infarinata, usando preferibilmente il tipo a cerchio apribile, e crea un fondo compatto e un bordo laterale piuttosto alto, in modo tale che sia alla stessa altezza del composto, utilizzando una parte della pasta per realizzare delle strisce con l’aiuto di una rotella liscia o dentellata.
  8. Versa il composto nella tortiera facendo attenzione che il bordo laterale della pasta frolla sia alla stessa altezza del composto, e decora la pastiera con le strisce di pasta frolla, formando un disegno a rombi.
  9. Metti la pastiera in forno preriscaldato per circa un’ora a 180°.
  10. A cottura ultimata, lascia raffreddare la pastiera nella tortiera a temperatura ambiente e in un luogo fresco, consumandola preferibilmente il giorno dopo.